Diploma in povertà laurea in strada
Edizioni: Guasco
Con gioia noi poveri vi presentiamo il nostro primo libro.
In mezzo a noi ci sono fami diverse, ma unificate da un unico desiderio: rialzarci, risorgere.
La fame si nutre anche con la cultura.
Siamo partiti dal sostentamento quotidiano che è il bere e il mangiare e così abbiamo scritto un libro per dare o ridare senso alla vita, dolori della vita che vengono affrontati insieme.
Camminiamo insieme, ci riconosciamo sorelle e fratelli che si aiutano nel risolvere la fame che hanno.
Ciascuno di noi è donna o uomo non per il conto in banca che ha, ma per le sue relazioni per l’umanità che porta. Molti di noi, come potevano, hanno ricostruito la loro storia e hanno deciso di condividerla. Vogliamo invertire la logica in cui la povertà spesso ti porta a troncare le relazioni, una logica dove la povertà spesso ti condanna alla schiavitù e all’anonimato, noi, raccontandoci per quello che siamo vogliamo testimoniare che per vivere veramente è necessario aprirsi al prossimo, senza paura del giudizio, perché solo dalla conoscenza reciproca può uscire l’Amore.
Nella copertina, molti di noi, non tutti, hanno voluto mettere il proprio volto. Il volto di una persona è il quotidiano, la vita di ciascuno di noi è fatta di volti. Abbiamo scelto i nostri volti perché non vinca l’anonimato, ma ci sia voglia di conoscerci, di aprirci, di amarci, di dialogare: il volto è la gloria dell’Altro.
Vogliamo ricordarvi, con i nostri errori, ma anche con il nostro stile di vita, che l’uomo certe volte preferisce essere sazio ma schiavo, che libero e affamato. La ricerca del pane per cibarsi, per sopravvivere ovvero il pane che perisce ha aiutato molti di noi nella ricerca di Dio. Nel giudizio finale Dio Padre si identifica con gli affamati e gli ultimi.
Dio sazia i ventri affamati, ma nel contempo non ama i ventri sazi: allora scava in essi la fame, con questo libro noi vorremmo aiutare i sazi a colmare la loro fame.
Siamo un gruppo che cammina, con il desiderio di ascoltare e parlare, non vogliamo vivere i luoghi dove stiamo, come la mensa del povero, con le porte chiuse, ma vogliamo viverli aperti, vogliamo partecipare alla vita della città, con le nostre debolezze, anzi consapevoli di essere l’anello più debole.
Vi chiediamo un favore: aiutateci a diffondere questa opera di Speranza.
Grazie a tutti, auguri, un santo Natale di solidarietà.
I ricavi di questo libro saranno per noi poveri e per i terremotati dell’Abruzzo, non si sente più parlare di loro, ma vogliamo testimoniare il nostro farci prossimi a chi come noi, sa quanto vale una casa dove vivere con la propria famiglia.
Chi volesse compre il libro, può direttamente citofonare alla mensa del Povero, in via Padre Guido 5, Ancona, o rivolgersi al Caffè Giordano, in Corso Mazzini 53. Oppure rivolgersi a Roberta: 3498469912 o Angelo 3287021201 o info@serviziodistrada.it: Il ricavato della vendita va in beneficenza. Per altre info: www.serviziodistrada.it
centro culturale “la Strada”
C’è Cristian, che a 10 anni ha iniziato con l’extasi e arrivato a 26 anni si è girato i carceri di tutto il mondo, da Monte Acuto a quelli in Spagna e in Germania. C’è Mery, che il padre volle chiamare Benito, in onore di quel Benito lì, ma che fin da piccino giocava con le barby, e poi un giorno quel suo babbo fascistissimo la molestò, e poi venne un futuro fatto di droga e di marchette. C’è Giannetto, che di anni ne ha 41 ed è entrato e uscito dalla comunità una marea di volte. Marcellino, romeno di 40, che a furia di bere ha perso tutto. Oppure Tina, che ama suonare il flauto e ha deciso semplicemente di vivere leggera come una farfalla, per strada, coi suoi cani. Sono alcune delle storie raccolte in “Diploma in povertà. Laurea in strada”, un libro curato dal centro culturale “La Strada”, che raccoglie le testimonianze e le avventure dei suoi vari soci, quegli stessi “sbandati” che bussano tutti i giorni alla mensa del povero in via Padre Guido, per un pasto caldo o una coperta. Sono gli emarginati di Ancona. Gente che qui è nata e cresciuta, oppure è arrivata attraverso storie di immigrazione o di fuga, o, talvolta, di amore. Il libro è costruito con il modello “facebook”, quel tipo di volume stampato nei collage americani a inizio anno accademico, con foto delle nuove matricole e qualche informazioni su ciascuna, da cui ha preso ispirazione il più famoso social network del momento. Anche nel facebook dei laureati di strada anconetani campeggia a inizio capitolo la foto (scattata da Giusy Marinelli) di ognuna delle cinquanta persone chiamate a raccontare la propria storia, e poi parte la micro autobiografia, una paginetta scritta di proprio pugno da ognuno, con stili differenti. C’è chi fa un racconto asciutto, chi si lascia andare al lirismo o chi impronta una narrazione avvincente. Soprattutto senza intermediari e senza intervistatori, scrivendo di getto ciò che si sente di raccontare. Così, come nei facebook dei college americani, ci si presenta agli altri, in questo caso ai cittadini di Ancona, che di sicuro avranno visto, per le strade della loro città, magari all’ora di pranzo davanti alla mensa di padre Guido, tutte quelle persone dall’aria un po’ trasandata e spersa, di cui nulla sanno, che di solito stanno lì a chiacchierare, a volte a berciare, accucciati sui gradini della via. Donna Morena, Adriano, Amid, Ines, Daniele, Boris, Hassan, e tutti gli altri. Ora chi vuole potrà scoprire le loro storie. Quasi sempre tragiche. Piene di alcool, droga, violenze familiari, lacerazioni, eterne ricadute, rinascite, e ancora ricadute. Ma anche calorose per la voglia di riscatto e di attaccamento viscerale alla vita che trasmettono. E per la speranza, la fede nel futuro e nella solidarietà trovata dentro quel bellissimo laboratorio di umanità che è il circolo culturale la Strada di Ancona, che da anni segue il recupero di queste persone. Come si diventa vagabondi, senza casa, quali sono le soglie che si attraversano prima di arrivare alla vita di strada. In ogni storia c’è una parabola umana che è un utile insegnamento per chi, come sempre più spesso accade, non capisce che lingua parla il dolore altrui.
E’ ancora lì, sul tavolinetto accanto al divano, sotto la lampada, con la sua coccardina rossa, così come ci è stato gentilmente venduto: ammiccante per i visi che si propongono e chiedono un pò di compagnia, di condivisione delle loro storie a chi sosta e si lascia incuriosire e interpellare. E’ argomento di conversazione, di riflessione e persino di …sogno.
Il piccolo libro “Diploma in povertà laurea in strada” si presenta come una lettura poco impegnativa per la brevità di ogni racconto, si rivela in realtà avvincente e crediamo abbia appassionato tutti.
Buona Strada!
Un cordiale saluto a tutti voi! Sono Giacomo Paoloni, una persona tra tante che vive in Ancona e che come voi, ha avuto la fortuna di conoscere alcuni missionari saveriani tra cui il mio grande amico Simone Strozzi. Non appena mi è giunta la notizia di un progetto che richiamava in se tutti i commenti, le storie e i pensieri dei poveri di ancona, mi sono precipitato a comprarlo per poter far tesoro di tutte queste fantastiche storie che sono riuscito a leggere. Dovete sapere che sono uno scrittore (o almeno ci provo) ma soprattutto un grande lettore. Tra le milioni di pagine che hanno colorato la mia anima nei miei primi 19 anni di vita, posso dire che queste pagine, le vostre pagine, sono quelle che mi hanno toccato e soprattutto INSEGNATO più di tutte. Le vostre storie sono appassionanti, commoventi e allo stesso tempo invidiabili! Mi avete insegnato a capire quanto sia difficile vivere per strada, e quanti ostacoli ci riserva la vita. Ma la cosa più bella che riesco a leggere e che mi ha colpito più di ogni altra cosa è la SPERANZA e la determinazione che spinge tutti voi poveri di Ancona, a vivere e ad essere felici per le piccole cose che la strada offre. Un progetto, un libro o per meglio dire, una finestra aperta sulla realtà della strada raccontate da voi tutti, grandi protagonisti della vostra vita e scrittori del più bel libro che sia riuscito a leggere con le lacrime agli occhi. Grazie per avermi regalato qualche giorno di felicità attraverso le pagine dei vostri racconti e un grande in bocca al lupo per il futuro! Un abbraccio sincero.
Ciao, la recensione sul libro dei poveri è sul sito http://www.literay.it (guardare su tutte le recensioni). L’ho mandata all’editore di Padova con cui collaboro, oggi ho controllato ed è stata inserita.
Un caro saluto